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Per i piccoli proprietari immobiliari, per i locatori, per i condomini la manovra di bilancio in via di approvazione è molto deludente.

Su nessuna delle questioni da noi sollevate (anche di recente, nell’Agenda approvata dal nostro Congresso) è venuto un qualche segnale: di cedolare secca per i contratti ad uso commerciale non vi è traccia (nonostante le dichiarazioni della vigilia di esponenti della maggioranza); rimane irrisolto il problema dell’allargamento a tutti i Comuni delle agevolazioni per i contratti a canone concordato; nessuna misura è stata adottata per abbassare l’IMU almeno a quegli immobili che hanno perso il loro valore commerciale…. e si potrebbe continuare.

Anzi: si compie un passo indietro su un aspetto fondamentale: l’azzeramento dei fondi per l’affitto e la “morosità incolpevole” non è un problema solo degli inquilini; questa scelta si ripercuoterà pesantemente sui locatori che presumibilmente dovranno affrontare più elevati livelli di morosità.

Il sostegno agli inquilini con i redditi più bassi andava aumentato, non cancellato, in presenza di una crisi sociale così estesa. Certo, noi apprezziamo la norma che attribuisce direttamente ai locatori i contributi relativi a quella componente del reddito di cittadinanza destinata all’affitto (una norma che noi abbiamo proposto), ma questa norma, pure di buon senso, non risolve il problema.

Così come non riveste carattere risolutivo, anche se non ne sminuiamo l’importanza, un’altra norma positiva contenuta nella Legge di Stabilità: quella relativa all’esenzione dall’IMU per immobili occupati in conseguenza di reati consumati e regolarmente denunciati. Norma rilevante, certo, ma che per logica dovrebbe estendersi agli immobili per i quali è stata emessa una regolare sentenza di sfratto che però non viene eseguita per mesi o anni per manifesta inadempienza di chi sarebbe tenuto a farla rispettare tempestivamente.

È stato fatto rilevare come larga parte delle risorse impegnate dalla manovra siano destinate a misure tese a contrastare il rincaro della bolletta energetica: è comprensibile e molte delle misure previste continuano su una linea già intrapresa nei mesi scorsi.

Esprimiamo a questo proposito una preoccupazione e una riserva: la preoccupazione riguarda il fatto che le misure previste (pur utilizzando le risorse di tutto l’anno) copriranno solo il primo trimestre del 2023 generando una grande incognita sui mesi successivi; la riserva invece riguarda la minore incisività di queste misure per le famiglie rispetto alle imprese: noi avevamo chiesto almeno di prevedere una misura specifica per quanto riguarda le realtà condominiali in maggiore sofferenza (maggiore possibilità di dilazione dei pagamenti, ecc.).

Detto ciò, non sottovalutiamo le norme contenute nei commi 24 e 25 dell’art.1 che prevedono un fondo per attenuare le conseguenze del rincaro del gas sugli utenti finali e prevedono inoltre che con delibera dell’Autorità di regolazione energia reti e ambiente (ARERA) possano essere sospesi i procedimenti di interruzione della fornitura di gas naturale per i clienti finali direttamente allacciati alla rete di trasporto del gas naturale; naturalmente si tratterà di capire come questa norma sarà concretamente attuata.

Infine: né la Legge di Bilancio, né il Decreto che l’ha preceduta, hanno risolto i gravissimi problemi relativi alla gestione, in questa fase, della agevolazione relative al 110%. Aver disposto lo slittamento al 31/12 della CILAS costituisce sicuramente una misura necessaria, ma rimane ancora insoluto l’enorme problema del blocco della cessione del credito.

La Legge di Bilancio è poi costellata di norme specifiche (dal bonus mobili, alle agevolazioni per l’acquisto di immobili di classe energetica elevata, alla rinegoziazione dei mutui, ecc.).

Le analizzeremo con attenzione, anche se nel loro insieme non modificano il giudizio complessivo sulla manovra.